DITTO a Current | recensione di Federica Torgano

DITTO Blind Date

Recensione di Federica Torgano

 

Blind Date è il nome dell’incontro che il collettivo DITTO propone nello spazio di Current, project space milanese e luogo di sperimentazione artistica attraverso collaborazioni con artisti italiani e internazionali.

Dietro al nome DITTO si celano e si fondono diverse giovani identità, con l’intento di creare un dialogo fluido tra differenti ricerche da ibridare in un’unica individualità. L’intento non è tanto quello di giocare con l’anonimato, ma piuttosto partire da un’eterogenia iniziale per arrivare alla condivisione di un unico immaginario.

Con Blind Date, l’immaginario propostoci plasma a tal punto il luogo da negare completamente lo spazio del white cube. Ci immergiamo in un buio misterioso, uno scavo archeologico che immediatamente blocca l’impetuoso agitarsi delle immagini a cui solitamente siamo abituati. Si tratta però qui di un’archeologia del futuro, di una stratificazione che si oppone al nostro presente caratterizzato da una sorta di horror vacui costituito di effimeri input: un sovraffollamento di oggetti, rumori, ma soprattutto immagini. Gli oggetti ritrovati sono custoditi in alcune casse sparse sul pavimento, dalle quali possiamo attingere e prelevare una chiavetta Usb sottovuoto, ovvero quella che sarà la nostra personale immagine di silicio.

Con questo gesto DITTO si oppone alle logiche della visibilità e della vetrinizzazione, rinnegata anzitutto attraverso il loro nome. Non vi è uno spettatore che guarda un soggetto inerte, ma un sistema i cui elementi devono essere valutati nel loro insieme: questi non possono essere separati, ogni elemento interpreta il proprio ruolo e agisce sull’altro. L’azione del guardare è delegata all’intimità dello spettatore, a cui è impedito un consumo immediato e collettivo, è suggerita invece un’urgenza di studio volta alla comprensione. Seppure le molteplici modalità di fruizione siano lasciate interamente nelle mani dei fruitori, sulle quali gli autori non avranno più alcun controllo appena essi lasceranno il luogo della mostra, DITTO sembra paradossalmente imporre un controllo maggiore. L’immagine riacquisisce il suo carattere intempestivo, un controtempo, che seppur breve, lo spettatore avrà scelto di dedicargli. Ci è impedita quella partecipazione quasi accidentale degli eventi, non ci possiamo passare a fianco distrattamente come nelle stanze dei musei. DITTO si riappropria sottilmente, seppur dotando il pubblico di estrema libertà, della fruizione delle proprie opere, come aveva già fatto con il progetto “Sono contento che tu sia li” in collaborazione con Gioconda Radio, in cui i suoni trasmessi venivano tramutati in immagini grazie all’uso di un software, allungando il tempo di attesa e di fruizione online.

Blind Date si colloca tra il fisico e l’intangibile, restituisce un tempo all’immagine, la dota di quella pausa immaginifica necessaria, provocando tutt’altro che un impatto estetico depotenziato. Forse, quello che questa mostra vuole suggerisci è di ripristinare quell’intervallo perduto di Dorfles, quel between tra noi e l’immagine che può dischiudere molte possibilità altrimenti inespresse.

DITTO – Blind Date  14 Dec 2017 → 21 Jan 2018

CURRENT  via Sant’Agnese 12 – Milano
by appointment / [email protected] / +39 338 9752368

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