CANDELIERI DI SARDEGNA. 4 RESIDENCIES: OSSERVAZIONI PARTECIPANTI
articolo di Laura Vittoria Cherchi
Silvia Camporesi si concentra su quella dimensione femminile, quasi anonima, che avvolge l’ambiente. Un lavoro di “preparazione al rito”, certosino e silenzioso, che viene compiuto dalle donne durante il corso di tutto l’anno con una devozione molto distante dall’irruenza e dalla virilità che contraddistinguono il giorno
della festa cittadina. L’installazione si compone della fotografia di una Madonna dormiente, non ancora“preparata” con gli abiti che la porteranno in processione, e di un libro d’artista, realizzato con la tecnicaorientale del kirigami, che contiene dettagli decorativi tridimensionali che evocano vesti e tessuti dellatradizione. Il lavoro è posto in dialogo con un’opera video frutto della sinergia instauratasi tra la Camporesi e l’artista sardo Carlo Spiga durante il periodo di residenza. Sono le immagini di una performance (Contra)avvenuta al MIC di Faenza, dove Carlo si è relazionato con le fragili ceramiche contenute nel museoeseguendovi all’interno un canto gutturale tipico delle gare poetiche campidanesi.
Quella di Helena Hladilova e Namsal Siedlecki del Gum Studio è un’indagine formale sull’oggetto in sé, ilCandeliere. La scomposizione della sua base evidenzia un paradosso: da una ricerca sulle piante autoctone e velenose della Sardegna emerge infatti che due dei tre tipi di legno che la compongono sono nocivi. Da qui la riflessione critica sul concetto di purezza, che prende forma in due tele bianche sulle quali si trovano impresse le tracce “impure” della loro esposizione all’acqua di un radiatore, l’una, e di mare, l’altra. In una dimensione ironica, i parametri simbolici alla base dell’esperienza visiva vengono messi in discussione.
Gabriele Arruzzo ricostruisce invece il nuovo stemma per il comune di Nulvi, mescolando estetiche locali a
simboli ricorrenti della sua produzione artistica, mentre l’opera di Arianna Carossa nasce da una riflessione sull’atto del “portatore”. Il focus narrativo è costituito dal senso di vertigine derivante dallo sforzo fisico ed emotivo cui questo si sottopone: un asse di legno con rotella poggiato ad una sedia crea una struttura che va a definire un significato dinamico del voto; un’immagine proiettata rafforza l’idea della vertigine.
Arianna Carossa, Untitled, installazione + found footage, 2012
Candelieri. 4Residencies_Dinamiche da un’induzione.
Sassari // Palazzo della Frumentaria, via Muraglia 1
14 marzo – 14 aprile 2013
dal martedì alla domenica
10.00 – 13.00 // 17.00 – 20.00