Save the beauty – Intervista ad Angelo Raffaele Villani

 


intervista di Luigi Massari ad Angelo Raffaele Villani.

 

1.Mi piacerebbe cominciare l’intervista presentandoti brevemente ai lettori di Cerchio Magazine: chi è Angelo Raffaele Villani?

Domanda davvero complicata questa prima. Non saprei, effettivamente. Angelo Raffaele Villani parte da architetto e designer, anche se da sempre aperto alle più diverse contaminazioni del fare creativo. E’ quindi un po’ ibrida la sua figura, tanto e niente.

Probabilmente un modesto operatore, ostinatamente convinto della valenza economica, oltre che di arricchimento e di accrescimento sociale, del settore dell’arte contemporanea e della cultura tutta.

In qualità di curatore, le sue prime esperienze partono dai primi anni del 2000. Da gallerista, invece, con l’esperienza pescarese di Atelier777 Contemporary Art: una trentina di mostre organizzate, personali e collettive, dedicate prevalentemente all’arte contemporanea italiana under 40. Circa cinquanta artisti proposti dal 2005 al 2010.

ROSSOCONTEMPORANEO costituisce la sintesi finale di una serie lunga e variegata di esperienze dedite all’arte contemporanea ed alla curatela di eventi.

 

2. SAVE THE BEAUTY | TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE, è un progetto che ha assunto nel corso dei mesi una forma articolata e complessa. Vorresti spiegare le diverse parti che lo costituiscono?

Il Progetto effettivamente è un contenitore d’idee work in progress, dove poter riversare costantemente nuove idee. Non è quindi un Prodotto concluso. Si era partiti con individuare una data fortemente simbolica, il 21 marzo, quale equinozio di primavera, per lanciare il TARANTO TAY, il giorno da dedicare alla nostra città, attualmente simbolo di ciò che non dovrebbe essere, di ciò che è lontano dal nostro sentire, diametralmente opposto a ciò che è Bellezza.

SAVE THE BEAUTY | TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE si strutturerà in due parti.

Un primo grande evento di apertura, una sorta di TARANTO DAY, dal titolo appunto: “SAVE THE BEAUTY | TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE, con slogan “100 gallerie per 1000 artisti”, che partendo da Taranto come fulcro e motore del Progetto, avrebbe coinvolto l’intero territorio nazionale, con inaugurazione contemporanea il 21 marzo 2013, o comunque entro sabato 23 gennaio. Taranto, in tale occasione, avrebbe raccolto, da vero cervello operativo, le diverse esperienze partecipative, con collegamenti skype da tutta Italia, via fax o e-mail.

Le Gallerie avrebbero preso parte al progetto, testimoniando la propria vicinanza al dramma sociale tarantino.

Il primo evento espositivo, in Taranto, oltre alla Sede di ROSSOCONTEMPORANEO (Figura ideatrice del Progetto), avrebbe visto il coinvolgimento e l’interazione di altre eventuali Sedi pubbliche e private di prestigio della città.

A questo coinvolgimento delle gallerie, con il proprio gruppo di artisti, si è andata ad affiancare la partecipazione libera degli artisti, che partendo dalla manipolazione e dalla personalizzazione della locandina ufficiale del progetto, avrebbero interpretato liberamente la tematica della bellezza, della morte, della speranza.

Anche questa è stata una meravigliosa evoluzione non programmata inizialmente, perfettamente in linea con quello spirito in divenire del progetto.

La seconda fase del progetto vedrà invece una sistematica interazione tra figure e realtà nazionali, in una nuova possibile logica di sinergia, con mostre, eventi culturali diversi, che creeranno un “laboratorio di ricerca”, multidisciplinare, comprendendo incontri e dibattiti sull’arte contemporanea, presentazioni di libri e video, convegni su argomentazioni tematiche, reading, rappresentazioni teatrali ed altro ancora, nel perseguimento degli obiettivi enunciati dalla premessa del Programma stesso: rilancio e rinascita locale, ma anche interazione nel Settore Cultura ed Arte Contemporanea. “Arte come Sistema”.

3. Per strutturare l’iniziativa  SAVE THE BEAUTY sei partito da una analisi del territorio tarantino: che tipo di situazione hai registrato in ambito sociale e culturale?

L’attuale situazione territoriale è drammatica. La crisi economica ed occupazionale nazionale, legata ad una più complessa migrazione dei centri dell’economia mondiale, verso le nuove rampanti realtà cinesi, brasiliane, indiane, farebbero di questo territorio un logico ed inevitabile “manifesto del declino”, specchio di ciò che stia accadendo a livello internazionale.

Taranto manifesta una realtà scottante, in quanto il territorio vive ormai da decenni la propria sudditanza ad una cultura economica monotematica. Taranto, probabilmente, è una delle poche, se non l’ultima città italiana legata ad un modello di sviluppo fordista.

Una sintetica analisi socioculturale, economica ed ambientale del territorio ionico, non potrebbe non denunciare uno status quo di estremo e pericoloso immobilismo, per assenza, specialmente, di un indirizzo politico “dell’alternativa”.

Un territorio sacrificato sull’altare di un’industria pesante, che nel corso degli ultimi cinquanta anni è risultata la vera “morte operativa” della città e della provincia, sia dal punto di vista economico e sia socio-ambientale.

 

4. In che modo pensi che l’arte possa incidere su una realtà complessa e sofferente come quella tarantina?

L’operazione progettuale di SAVE THE BEAUTY è innanzitutto una potente operazione di marketing territoriale. Tutti conoscono Taranto come “città della morte”, la città invivibile delle polveri e dei tumori. Ebbene, partendo da questo assunto, lanciamo il messaggio forte, al mondo, che Taranto non è solo acciaio. Taranto è tanta intelligenza, tanta energia, tanta vitalità. L’operazione, se sposata istituzionalmente e dai capitali, imporrebbe un brusco cambiamento di rotta e di indirizzo, ponendo la Cultura, nelle sfaccettature più ampie, quale Volano del ripensamento socio-economico del territorio, con ramificazioni ed interazioni nei settori della Ricettività Turistica e dell’Ambiente. Un’operazione ambiziosa, certo, ma che s’imporrebbe come una reale forte sfida per il territorio.

Taranto ha necessità di una svolta concreta, di scelte coraggiose, “nuove”, “creative”, per potersi risollevare definitivamente, partendo dall’idea chiara di “affermazione del Bello”, ed intervenendo tecnicamente su tutte le possibili emergenze del nostro ricco territorio (natura, patrimonio artistico ed architettonico, tradizioni, economia), con l’interazione di figure differenti: Pubblico, Privato, associazionismo.

 

5. In conclusione: quali sono le finalità pratiche del progetto?

Il Progetto vuol lanciare l’idea di un laboratorio delle idee e della sperimentazione artistica e culturale per Taranto e al tempo stesso istituire un “Tavolo Alchemico della Bellezza”, attraverso il quale concentrare l’attenzione sui valori estetici, economici e morali della Cultura e delle potenzialità di un settore, che dovrebbe essere chiaramente traino principale di una intera economia nazionale.  Per concretizzare ciò, naturalmente, sarebbe necessaria una forte interazione e sinergia nazionale, tra realtà operanti e gravitanti nel settore, le Istituzioni e il privato.

L’OUTPUT del progetto sarebbe la sommatoria di tre fattori: RITORNO D’IMMAGINE, NUOVA ECONOMIA e CREAZIONE DI UN MODELLO ESPORTABILE. 

Il primo, abbiamo già illustrato, essere una necessaria operazione di marketing territoriale e mediatica, che proporrebbe Taranto in una veste nuova e propositiva.

Il secondo risultato, di tipo pratico ed economico, scommetterebbe su un nuovo percorso di ricerca culturale, ma assolutamente e principalmente economico per la Città, sulla scorta di realtà sperimentate dei Distretti Culturali. Una sorta di LABORATORIO TARANTO, nell’idea di stimolare la nascita di un centro fieristico per l’arte contemporanea, ad es. (vedasi ARTEFIERA a Bologna o esperienze similari), ma ancora, creare sinergia con alcune realtà esistenti sul territorio (musei, sedi istituzionali, ipogei, strutture private), nell’idea di stimolare strutture ricettive più ampie ed appetibili per il turismo culturale. Da qui, l’innesco di una scintilla moltiplicatrice d’interesse, e di stimolo alla creazione di attività collaterali e di servizio (strutture ricettive, artigianato, ristorazione, turismo).

Il terzo, ancora più ambizioso, porrebbe l’attenzione su un modello di sviluppo riproponibile anche in aree diverse del territorio nazionale, anche in modalità di interconnessione e rete interregionale.

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