Interni manifesti . recensione della mostra Italia per interni Manifesto allo Spazio FMG Milano

Interni manifesti

articolo di Stefano Serusi

La mostra “Italia per interni Manifesto”, curata da Luca Molinari presso Spazio FMG a Milano, presenta quattro diverse posizioni di giovani architetti, distintisi – come si evince dal numero e dalla qualità dei progetti realizzati – per l’attenzione data al design d’interni. I professionisti sono stati coinvolti dal curatore con un compito particolare: redigere un manifesto visivo della propria ricerca.

Nel puntuale testo in catalogo Luca Molinari evoca i padri italiani dell’interior, Gio Ponti, Carlo Mollino e Franco Albini, e di Ponti in particolare l’architetto Simona Ottieri sembra aver raccolto gli accorati consigli, nel dialogo con una committenza colta e curiosa e nel sapersi giovare della complicità di artigiani capaci. Un certo calcolato gusto anni ’50 per il bizzarro emerge in alcuni progetti napoletani della Ottieri, come nelle grosse maniglie-scultura di una cabina armadio o negli ambienti di una clinica privata in cui ingombranti corpi di legno scuro – che incorporano luci e contenitori – rimandano alla rassicurante domesticità di un desueto mobile bar o da ingresso.

Elementi retrò sono presenti anche nel lavoro di Francesco Librizzi Studio, in particolare nella rielaborazione dei primissimi archetipi industriali: le piastrelle colorate di cemento e la scala di ferro. In una fresca impaginazione a parete, su una griglia di legno chiaro, sono appuntate numerose prove combinatorie di cementine di diversi colori, che svelano la modernità di questo materiale, così come agili e temporanee sembrano le scale illustrare dalle precise maquettes in mostra. Ciò che sembra dirci questo studio è che i progetti d’interni, spesso costretti in edifici di progettazione non recente, devono partire da una rispettosa sdrammatizzazione del concetto di memoria, aprendo la strada ad una diversa architettura e quindi ad un diverso stile di vita.

I progetti di MONOatelier svelano subito una certa fiducia nel disegno, che si manifesta talvolta in elementi stabili che introducono immediatamente negli ambienti una gerarchia spaziale attorno a cui far ruotare mobili e oggetti più leggeri e persino romantici. Non caso lo statement è una citazione da Saint-Exupery: “Chi progetta sa di aver raggiunto la perfezione non quando non ha più nulla da aggiungere ma quando non gli resta più niente da togliere”. In mostra è ricostruito un tavolo da lavoro in cui materiali vari e plastici provvisori e palesemente “provati” ci fanno pensare ad uno studio in cui è fondamentale il confronto tra i componenti, Alberto Pottenghi e Mariana Sendas.

Chiude la mostra un grande plastico di Dap Studio, si tratta di un progetto istituzionale, non a caso allestito con un freddo rigore che richiama ad un clima del tutto differente da quanto sinora visto. Negli elaborati di Dap Studio è evidente la volontà di interpretare l’architettura non come citazione ma come stato d’animo, evocando forma, professionalità, rigore.

Manifesto di Dap Studio ph Mauro Consilvio
Manifesto di Dap Studio ph Mauro Consilvio
Manifesto di Francesco Librizzi Studio ph Mauro Consilvio
Manifesto di Francesco Librizzi Studio ph Mauro Consilvio
Manifesto di Francesco Librizzi Studio, particolare
Manifesto di Francesco Librizzi Studio, particolare
Manifesto di MONOatelier ph Mauro Consilvio
Manifesto di MONOatelier ph Mauro Consilvio

Italia per interni – MANIFESTO a cura di Luca Molinari

Dal 6 Marzo al 28 Marzo 2014

martedì – mercoledì 15.00 – 18.00 o su appuntamento – ingresso libero

Spazio FMG per l’architettura

Via Bergognone 27 – Milano

www.spaziofmg.com