37/LA STANZA DOPO . IMPELLIZZERI FEAT. m A DIMORA ARTICA . RECENSIONE DI DARIO GIOVANNI ALÌ

Lunedì 5 ottobre, presso Dimora Artica (Milano), ha inaugurato la mostra 37/La stanza dopo, a cura di Simona Squadrito e con le opere degli artisti Sebastiano Impellizzeri e m. Il titolo è evocativo e fa riferimento a un luogo potenziale e immaginario, un luogo della mente generato dall’incontro tra le opere dei due artisti.

Sebastiano Impellizzeri, senza titolo, olio su tela, 2015
Sebastiano Impellizzeri, senza titolo, olio su tela, 2015

Nella sala 36 del Louvre si trova esposto il Gilles di Jean Antoine Watteau, opera su cui Sebastiano ha condotto una serie di studi che hanno portato alla realizzazione delle Postcards from Gilles – precedentemente esposte a Yellow (Varese) – e delle sette tele presentate in mostra. Rispetto alle Postcards, l’attitudine mostrata in questi dipinti si rivela più matura e consapevole nell’affrontare la riformulazione del motivo storico. Ogni esplicito riferimento al modello originale è stato reciso. Non siamo più di fronte a un recupero archeologico del Gilles, condotto tramite l’espediente di una variazione su tema. Sebastiano ha concluso la sua azione di ripresa e riattivazione per muovere un passo in avanti e affrancarsi del tutto dal soggetto dei suoi numerosi studi.

Sebastiano Impellizzeri, senza titolo, olio su tela, 2015
Sebastiano Impellizzeri, senza titolo, olio su tela, 2015

Ognuna di queste tele vive per sé, in una dimensione di autodeterminazione che non necessita più di alcuna coordinata esterna per fare confronti e analisi su come il modello sia stato scomposto e riformulato. Con l’originale, i sette dipinti in mostra condividono ormai solo una precisa sensibilità pittorica, non più espressa nelle forme – ridotte a segni grazie a un lavoro di graduale astrazione –, ma esibita nel trattamento e uso del colore, in un’attenzione lenticolare per quelle tonalità tenui che Watteau introduce in una grammatica dalle colorazioni vivide e sature e che Impellizzeri, invece, rende protagoniste di una pittura magmatica e vibrante. In questi paesaggi cromatici, il riferimento al Gilles si fa dunque sommesso, costituendosi come sottotraccia da recuperare attraverso la memoria visiva di chi osserva. Il risultato è un’atmosfera di generale sospensione emessa da ognuna delle tele che, nel complesso, si sottraggono a ogni tentativo di inquadramento, suggerendo molto più di quanto in effetti rendano esplicito.

Sebastiano Impellizzeri, senza titolo, olio su tela, 2015
Sebastiano Impellizzeri, senza titolo, olio su tela, 2015

Accanto ai dipinti, l’altro elemento costitutivo della potenziale sala 37 è dato da m. [I] wish [I] was a real artist è il titolo del suo intervento in mostra, che si articola in un’app per smartphone e tablet sviluppata dall’artista e scaricabile a partire dal giorno dell’inaugurazione, e in un kit per installarla. Il nome dato all’app è Healing Lamp 528 e consiste in una lampada digitale che propone una successione di colori, prelevati dalla tavolozza di Sebastiano, che sfumano l’uno nell’altro, accompagnati da una frequenza a 528hz – nota anche come healing frequency – trasmessa in sottofondo. Quello di m è l’intervento di un soggetto artistico messo tra parentesi, che dissimula la propria autorialità tramite degli espedienti che gli consentono quasi di scomparire e confondersi tra le cose, ma al tempo stesso di essere tuttavia presente con l’intensità di una suggestione onirica affidata allo spettatore. La suggestione diventa oggetto immateriale, che dallo spazio espositivo migra verso quello domestico e privato, dove lo spettatore perde il suo statuto e ritorna semplice individuo.

m - Healing Lamp 528, app per smartphone e tablet, 2015
m – Healing Lamp 528, app per smartphone e tablet, 2015

Il punto di contatto tra queste due direzioni di ricerca è tracciato in mostra nel testo della curatrice, che individua nel motivo bergsoniano della memoria il tema e la struttura che stanno alla base dell’opera dei due artisti, nella dimensione fisica e pubblica (Impellizzeri) come in quella onirica e privata (m). Dal testo:

«Con i suoi dipinti, Sebastiano attraversa la stanza numero 36 del Louvre, mentre m, entrandovi furtivamente, consente al pubblico di portarne via una parte. Il risultato di questo incontro è appunto la stanza numero 37».

37/La stanza dopo, exhibition view, 2015
37/La stanza dopo, exhibition view, 2015

Fino al 31 ottobre 2015

Dimora Artica

via Matteo Maria Boiardo 11, Milano