La domenica del villaggio. Recensione di Stefano Serusi

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Nell’estate di Nova Milanese un nuovo villaggio è planato occupando sino al 20 settembre una parte del parco: così il collettivo di architetti Parasite2.0, con il supporto di Fondazione Bice Bugatti e la cura di Simona Squadrito e Dario Giovanni Alì, ha risposto alla richiesta di un padiglione espositivo temporaneo.

Prima intuizione, tenuto conto del luogo e dei materiali scelti, quella di dividere il padiglione in due parti, una dedicata alla dimensione virtuale, seducente ed uterina, ed una aperta al parco, illuminata e contrassegnata dall’insegna OFF LINE come una balera.

Quest’ultima dichiara subito il background architettonico dei Parasite2.0: l’idea di aprire una visuale ampia sulla natura – e trarne ispirazione – caratterizza l’inizio dell’architettura moderna, mentre per l’arte contemporanea questa necessità è del tutto assente, al punto che nei nostri musei le finestre sono immancabilmente cieche e, nello specifico di questo progetto, predominano gli interventi che hanno a che vedere con il padiglione chiuso e quindi più rassicurante chiamato Glitch Cave, e il tema dominante è il nostro rapporto con Internet.

“HAVE WE BECOME THE INTERNET?” è infatti il titolo della rassegna curata da Alì e Squadrito nel villaggio creato dai Parasite2.0, nel quale, oltre ai due padiglioni citati, si sono organicamente aggiunti una caverna rivestita di poliuretano espanso (materiale che si può ironicamente definire una firma del collettivo) e un cubo-faro su palafitta.

L’ultima data del progetto ha visto la partecipazione degli artisti Enrico Boccioletti, Lia Cecchin e Mattia Pajè. Boccioletti ha creato un’installazione sonora per il parco, che accoglie sin da lontano i visitatori, con una struttura molto fisica e coinvolgente, che permette di astrarsi e vagare; Lia Cecchin ha portato nella Glitch Cave l’elettricità, fornendo delle prese con cui ricaricare i propri dispositivi, un intervento che in qualche modo completa quello di m, che già aveva esteso una connessione Wi-Fi libera a tutto il parco, mentre Mattia Pajè ha segnato nel terreno, attraverso delle fontanelle in fibre ottiche luminose, i punti energetici di un corpo, un corpo che coincide quindi con il nostro pianeta.

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