Display, intervista di Stefano Serusi

Cerchio Magazine continua la sua mappatura degli spazi italiani dedicati alle arti visive, ponendosi anche la missione di espandere la percezione milanocentrica dei luoghi di produzione e condivisione delle ricerche più attuali. Display è stato recentemente inaugurato a Parma con la mostra di perfettipietro.
La prima domanda che vorrei farvi è relativa alla collocazione di Display, Parma è una città che facilmente si associa ad un’alta qualità della vita, ed è stata nominata recentemente Capitale Italiana della Cultura per il 2020, eppure è difficile identificarla come un centro di produzione contemporanea.
In questo contesto da quali esigenze nasce Display? Quali sono le aspettative?
Display nasce proprio da questo, dall’esigenza di vedere qualcosa di diverso passeggiando per le vie della città.
È un progetto che si trascina da quasi una decina d’anni… Piccola premessa: siamo un po’ degli alieni nel mondo dell’arte, ed io in particolare ci sono capitato così, quasi al buio… La mia formazione è prettamente visiva, iniziata da una mostra visitata per puro caso, alimentata poi dallo schermo di un computer… in questa maniera, da autodidatta, ho cominciato ad interessarmi ad ogni cosa che avesse a che fare con la creatività ed è stato tutto come una folgorazione.
Ricordo poi la prima cosa che mi ha fatto dire: voglio provarci! Serena Vestrucci inaugurava il Crepaccio (ora diventato spazio virtuale) con la sua mostra “Cose che si muovono nel crepaccio ad una lentezza tale da sembrare solo campate in aria”, era il 2012. La passione era già oltre il livello di guardia, ma devo ammettere che prima del Crepaccio mi sembrava un mondo inavvicinabile. Da lì ho capito che non serviva poi così tanto: uno spazio, un concetto dietro, l’intraprendenza di mettersi in mostra.
Quindi, supportato da perfettipietro (compagno insostituibile in questa mia avventura), e facendo un percorso inverso a quello che me l’aveva fatta scoprire, ho cercato assieme a lui di portare l’arte e le immagini che vedevo attraverso uno schermo (un display appunto) su un piano reale, una vetrina in una via del centro della mia città.
Le aspettative sono essenzialmente quelle di rispettare in primis l’idea originaria dello spazio, e del perché sia nato: fare dunque un qualcosa che avremmo voluto vedere noi, portare l’arte ad esibirsi senza dover per forza varcare la soglia di una galleria tradizionale.
C’è già una programmazione definita? Un tema o un tratto ricorrente potrebbero caratterizzare la scelta degli artisti?
Display, oltre che una vetrina, è un anche banco di prova per noi stessi in veste di curatori/direttori artistici.
La programmazione al momento è quella di esporre artisti che solletichino il nostro gusto. Facciamo un sacco di ricerca e, se qualcosa ci piace, chiediamo all’artista la disponibilità a sperimentare da noi. Quello che cerchiamo è un concetto forte dietro ogni scelta. Prediligiamo al momento le installazioni site specific, ma a breve vorremmo iniziare a proporre anche performance, una cosa che da sempre ci affascina.
Il 14 giugno Display presenterà la mostra di due giovani artisti, Matteo Messori e Federico Aprile.
Ho letto che le mostre di Display sono costantemente visibili dall’esterno, attraverso l’ampia vetrina. Parlando dell’aspetto architettonico, come si struttura Display? In che parte della città si trova?
Display si trova nel cuore di Parma, in una zona piuttosto chic a due passi dal Duomo e dal Battistero. Nella ricerca dello spazio adatto alle nostre esigenze era fondamentale avere una vetrina che potesse permettere da fuori una visione ottimale delle opere. Lo spazio è infatti per ora chiuso all’esterno e visitabile solo su appuntamento.
E’ un classico white cube, per essere il più neutro possibile e concedere massima libertà di “azione”.
E’ provvisto inoltre di un piccolo retrobottega, che può essere utilizzato come studio temporaneo dagli artisti che espongono. Ci piacerebbe trasformarlo, un giorno, in una sorta di ulteriore project space ancora più sperimentale, in cui mostrare le opere in progress.
Vedete Display come un luogo autonomo, catalizzatore di esperienze diverse, o aperto nel tempo a reti e alla partecipazione ad eventi esterni?
Display vuole assolutamente aprirsi a contaminazioni di ogni genere! Siamo qui per apprendere e il confronto è sempre bene accetto e stimolante per noi! Non ci siamo posti limiti, sia per quanto riguarda il tipo di arte ed esperienza che può essere “trasmessa”, che per quanto riguarda le collaborazioni con spazi simili.
La creazione di uno spazio autonomo e di confronto da parte di artisti è ormai prassi consolidata. Vorrei chiedervi chi compone Display e se questa esperienza si lega alla vostra ricerca individuale.
Display è composto da me, Massimo Allevato, se vuoi la parte più razionale e che si occupa delle faccende burocratiche di questo progetto, e perfettipietro. Già, perfettipietro… È un artista? È un collettivo? 14 lettere scritte sopra un foglio? E’ cosi importante sapere esattamente chi o cosa sia?
Troverai poche cose di lui, io l’ho scoperto nel 2009… Parma proponeva un festival di poesia (Parma Poesie Festival, per l’appunto) e, come evento collaterale, in un piccolo locale che ora non esiste più, c’era la mostra di questo fantomatico artista.
Ci sono capitato senza grosse aspettative, incuriosito dal titolo della mostra: “Penso in diagonale sono un Alfiere”.
Devo ammettere che era un qualcosa di straniante! Opere che sembravano plasmate dalle mani di un bambino: cartapesta, colla vinavil, filo di ferro, acrilici sbrodolati, strani marchingegni che potevano essere tranquillamente usciti da un film di Michel Gondry… Oggetti grossolani nel loro restare in piedi, ci potevi vedere quasi una sorta di arroganza nel loro esistere, come a dire: eccoci!
L’unico modo di contattare l’artista era un numero di telefono, appeso da qualche parte nel locale… un guestbook telefonico!
Mandai un messaggio, e da lì iniziò una specie di amicizia virtuale… L’arte era il collante, non ci siamo mai visti (o forse si, ma non ci siamo riconosciuti), ma ogni tanto arrivava un messaggio, o una mail, con una foto di un’opera da vedere, un artista da tenere d’occhio, un luogo da visitare… perfettipietro è stato il catalizzatore di questa nuova avventura, il mio Virgilio nel mondo dell’arte… Da zero ho iniziato a documentarmi, appassionarmi, mi ha spronato a perseguire il mio sogno e mi è quindi sembrato naturale coinvolgerlo nella creazione dello spazio, quasi dedicandoglielo!
Abbiamo inaugurato Display con la sua mostra “Autoritratti”, opere che volevano essere il suo ritorno e presentazione ufficiale (e il nostro debutto) nel mondo dell’arte.
Che Display sia Project space, oppure Artist Run Space di perfettipietro, questo lo si vedrà strada facendo. Credo però che ci abbia preso gusto, inizialmente voleva solamente figurare in veste di ospite, in modo un po’ anonimo come suo solito ed occupando i tempi morti tra una esibizione e l’altra, ma ultimamente mi sta sommergendo di idee per future opere…
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Tutte le immagini: perfettipietro, Autoritratti, vedute della mostra presso Display, Parma