Progetto 77. Intervista di Stefano Serusi

Frat _77- Frame dal video di Luca Loreti, courtesy dell'artista

Frat _77- Frame dal video di Luca Loreti, courtesy dell’artista

Capita solitamente di occuparsi di uno spazio di recente istituzione quando questo ha un efficace ufficio stampa che, collocandolo precocemente al centro dell’attenzione, rischia di evidenziarne le debolezze, creando un senso di disagio nel fruitore che sulle aspettative costruisce i suoi percorsi. 

La linea di /77 mi è sembrata subito quasi opposta, quando ho constatato la volontà di agire con cautela, mettendo insieme ad una consapevolezza professionale in via di formazione la necessità di creare un clima rilassato e amichevole. Vi sembra corrisponda alle vostre intenzioni?

Abbiamo creato /77 perché una volta finita l’accademia ci è venuto a mancare un ambiente in cui confrontarsi sul lavoro artistico e in questa forte necessità risiede gran parte della nostra filosofia. Siamo stati cauti perché come dici tu, siamo uno spazio di recente istituzione e ci interessava maggiormente mantenere un elevato livello qualitativo concentrando quindi le nostre energie in quello; da qui ai prossimi mesi cercheremo di migliorarci in ogni aspetto, tra cui anche quello comunicativo, se a supporto del valore culturale che cerchiamo di raggiungere.

Ho notato una certa attitudine ad un’interazione significativa con gli artisti, sia nella revisione dei portfoli che nei pochi progetti espositivi sinora realizzati. Per voi la curatela incarna davvero, come si legge sul comunicato de La nuda verità, “il bisogno di qualcuno che ci ami”?

Come si legge nel nostro statement, /77 è un artist-run-studio, nessuno dei membri del direttivo ha infatti ricevuto una formazione da curatore bensì da artista. Per quanto riguarda i due progetti espositivi che abbiamo realizzato finora, 1×1 e Frat /77, più che di curatela preferiremmo parlare di working critique. Il nostro progetto si basa su di un’organizzazione orizzontale: nei confronti dell’artista con cui decidiamo di collaborare assumiamo un ruolo di supporto logistico e partecipiamo attivamente alla strutturazione del lavoro, cercando di creare l’ambiente più favorevole possibile allo sviluppo della sua ricerca.
In effetti quello in cui siamo maggiormente interessati sono tutte quelle fasi che precedono la realizzazione del lavoro e il dibattito e il confronto che si vengono a creare intorno ad esse. Il nostro obbiettivo è quindi principalmente quello di creare un network di persone tutte allo stesso livello che discutono e riflettono collettivamente sul fare arte.
Tutte le attività che abbiamo organizzato finora, tra cui, oltre ai progetti espositivi, la visione portfoli e le giornate dedicate alla documentazione dei lavori, sono state concepite con questo intento.
Per il ciclo di conferenze gratuite “La nuda verità” abbiamo provato a realizzare insieme a Samuele Menin, nostro conferenziere, un format pensato appositamente per un pubblico composto nella sua maggioranza da studenti delle accademie, che incentivasse questo tipo di interazione anche tramite espedienti come le revisioni portfolio collettive.
Le tematiche dei singoli incontri sono state scelte per colmare delle lacune derivanti dall’insegnamento ricevuto da noi all’accademia, che non informa gli studenti su nessuna delle dinamiche reali con cui si dovranno confrontare una volta che si inseriranno nel sistema dell’arte.
Per quanto riguarda la curatela intesa come “bisogno di qualcuno che ci ami” vedremo l’11 gennaio cosa Samuele Menin intende a riguardo; per il nostro spazio ad oggi, la curatela è scegliere un artista e una ricerca che troviamo interessante come dicevamo prima, supportarla al meglio delle nostre capacità e forze. Potrebbe succedere di avere collaborazioni anche con curatori, e non solo artisti; in questo caso il nostro compito non cambierà, semplicemente amplieremo il network

1x1 Guendalina Cerruti & Alessandro Moroni, installation view, courtesy _77

1×1 Guendalina Cerruti & Alessandro Moroni, installation view, courtesy _77

Come nascono l’interesse per lo scouting e il progetto “La nuda verità”? Avranno uno riscontro nella prossima programmazione di /77?

Lo scouting per noi è fondamentale per trovare nuove persone con cui lavorare e per mettere in contatto autori con ricerche affini. Successivamente quando troviamo artisti che ci interessano cerchiamo di non porre limiti al tipo di progetto da sviluppare insieme, se una mostra, un workshop, una residenza o qualunque altra cosa, perché innanzitutto /77 è nato per rispondere alle esigenze dei giovani artisti.
Questo è la motivazione alla base di un progetto come “La nuda verità” o di altri progetti come la documentazione lavori in cui, durante determinati periodi dell’anno, diamo la possibilità a chiunque lo desideri di fotografare le proprie opere nel nostro spazio.
Per quanto riguarda la prossima programmazione di /77, la maggior parte delle attività future saranno la diretta conseguenza del lavoro di scouting e networking svolto in questi mesi.

La nuda verità - portfolio contest, Samuele Menin e il duo artistico composto da Lorenzo Bellini e Roberto Carovilla, courtesy _77

La nuda verità – portfolio contest, Samuele Menin e il duo artistico composto da Lorenzo Bellini e Roberto Carovilla, courtesy _77

Il numero 77 ha nella memoria di ognuno di noi – aiutata da Google – tanti riferimenti importanti, dalla matematica al cinema, sino alle sottoculture e alla politica. Chi compone oggi /77? Questo numero è un riferimento ad interessi condivisi?

Quando abbiamo scelto di chiamarci così, la nostra intenzione era quella di non identificarci in qualcosa di specifico, anzi ci piaceva che le possibili interpretazioni di questo numero fossero così varie da sfuggirci dalle mani. La scelta è ricaduta su di un numero per poter in qualche modo perdere un’appartenenza geografica e linguistica specifica.

/77 è formato da Giulia Ratti e Alessandro Moroni, che hanno avviato il progetto; Luca Loreti e Nicole Colombo che si sono uniti al direttivo durante la costruzione di Frat /77, mostra personale di Luca. Inoltre collaboriamo con Samuele Menin.

In questa determinazione nel dichiarare la propria identità si colloca sicuramente il progetto di Luca Loreti, che prevede il remake di Animal House. Come si svilupperà? 

Frat /77 è un progetto in più fasi. Il 16 dicembre 2015 ha inaugurato la mostra, la cui vera funzione è stata quella di presentare il workshop che inizierà in primavera, durante il quale rigireremo inquadratura per inquadratura Animal house con l’ausilio di un green screen e
con la partecipazione di tutti coloro che desidereranno contribuire.
All’interno dell’allestimento abbiamo proiettato una sequenza girata qualche settimana prima. Per noi é importante mettere in chiaro lo spirito con cui verrà realizzato il workshop: i ragazzi che si sono prestati come attori non hanno alcuna attitudine alla recitazione, lo stesso personaggio è interpretato da persone diverse e gli sfondi applicati sul green screen in post-produzione non hanno in realtà alcun nesso con la scena in sé.
La realizzazione del lavoro non per forza dovrà combaciare con la riuscita del remake, che risulterebbe comunque incomprensibile e di difficile fruizione, ma si attuerà dal momento in cui più persone si saranno riunite e avranno collaborato in maniera disinteressata alla riuscita del lavoro di un altro: questo, come abbiamo già sottolineato nelle risposte precedenti, è lo spirito che anima l’intero progetto /77 e per noi rappresenta qualcosa di straordinario.