Nicola Gobbetto da Davide Gallo | recensione di Andrea Lacarpia

Nicola Gobbetto alla Galleria Davide Gallo
recensione di Andrea Lacarpia

In quanto linguaggio che si sviluppa da tòpoi narrativi riccorenti per aprirsi a sempre nuove formulazioni estetiche, il mito assume insieme un valore extra-storico, relativo alla dimensione del sacro, e immanente, legato alla stretta contemporaneità.
Negli ultimi anni la dimensione del mito emerge con forza nella ricerca di diversi artisti, che in essa trovano la possibilità di sviluppare un immaginario ricco di stimoli sensoriali, emancipato dalla rigidità ideologica delle neoavanguardie.
La mostra di Nicola Gobbetto parte da uno dei temi più classici del mito, quello dell’eroe alle prese con gli ostacoli che il destino gli riserva, per svilupparsi in un percorso tra luce ed ombra, segni che si sovrappongono e ricostruzione di un rapporto dialettico con il patrimonio simbolico ereditario.
Tre cerchi di vetro contengono segni di argilla che, proiettati sul muro dalla luce di candele, alludono al mito della caverna di Platone. Gli stessi segni realizzati con argilla, sinuosi come tentacoli di animali fantastici, compaiono sulle pareti facendo da sfondo a delle sculture particolarmente persuasive, posizionate su basamenti di polistirolo tagliato laser dalla forma irregolare. Composte di argilla inserita in tubi isolanti, fascette di plastica e vetro, le sculture costituiscono un bizzarro Giardino delle Esperidi che ricorda insieme l’incongrafia dell’alchimia, le forme del design e l’estetica industriale, in un insieme essenziale e vitale.
Sollevando lo sguardo, la figura di Atlante, personaggio della mitologia greca condannato a sorreggere il mondo, è suggerito poeticamente da due guanti da sci che sembrano voler sorreggere da soli il peso del soffitto.
Infine, due stampe fotografiche riproducono l’Ercole Farnese, scultura ellenistica custodita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con una serie di cerotti blu sovrapposti all’immagine come un livello di photohop che sembra alludere al desiderio di sanare la frattura con il mondo antico e l’immaginario rimosso che va a formare l’inconscio della cultura occidentale.

Nicola Gobbetto, Ercole, 94x140, print on pvc, 2017, ed 3
Nicola Gobbetto, Ercole, 94×140, print on pvc, 2017, ed 3
Nicola Gobbetto, Hands up, Hands tied. Instalaltion view left side
Nicola Gobbetto, Hands up, Hands tied. Instalaltion view left side
Nicola Gobbetto, Il Giardino delle Esperidi. 120x64x45. Glass vases, enamel, isolating tubes, plastic ties, polystyrene, 120x62x45cm
Nicola Gobbetto, Il Giardino delle Esperidi. 120x64x45. Glass vases, enamel, isolating tubes, plastic ties, polystyrene, 120x62x45cm
Nicola Gobbetto, Hands up, Hands tied. Installation view right side
Nicola Gobbetto, Hands up, Hands tied. Installation view right side
Nicola Gobbetto, Illusione 1. 33x26cm. Aluminum, clay, plastic, glass
Nicola Gobbetto, Illusione 1. 33x26cm. Aluminum, clay, plastic, glass

Nicola Gobbetto – Hands up, Hands tied
Fino al 4 marzo su appuntamento
Davide Gallo – via Farini 6 secondo cortile – Milano
+39 339 1586117
www.davidegallo.net
[email protected]