Markus Schinwald alla Triennale . recensione

Markus Schinwald alla Triennale
articolo di Andrea Lacarpia

Un’atmosfera sospesa, affine agli ambienti esoterici del decadentismo, del surrealismo e dei più attuali recuperi di una dimensione mitologico-psichica, emerge nella mostra personale che Markus Schinwald presenta negli ampi spazi della Triennale di Milano.
Come nel padiglione austriaco alla penultima Biennale di Venezia, Schinwald inserisce le proprie opere (dipinti, sculture e video) all’interno di un percorso appositamente studiato per suggerire diverse proiezioni psicologiche che si susseguono come in un labirinto, che qui assume una valenza teatrale per via dell’utilizzo di grandi pannelli autoportanti, tratti da scenografie del Teatro alla Scala e raffiguranti classici sipari rossi. I pannelli sono attraversati da varchi ricavati in modo discreto, semplici porte che conducono in diversi luoghi della mente.
Si succedono dipinti di epoche imprecisate, classici ritratti dalla tecnica pregevole, i quali presentano elementi perturbanti come inquietanti protesi, costituite da strutture metalliche, e tessuti che celano completamente i volti. Gli spazi sono occupati da diverse sculture astratte, dalle forme vagamente organiche e dai colori smaltati e preziosi. Il dialogo tra dipinti classici e sculture astratte si risolve grazie alle quinte sceniche, come fossero residui della memoria messi in scena in una sessione onirica che comunica un senso da decifrare. Ad un certo punto del percorso si incontra un video girato in un interno, nel quale due persone, un uomo e una donna, sono associati in un’enigmatica relazione. L’uomo è seduto ed immobile mentre la donna è presa da una folle isteria fisica che la porta infine ad uno sdoppiamento. Oltre all’apparizione del doppio della donna presa dalle contorsioni, la scena è accompagnata da una serie di altri strani accadimenti, come l’improvvisa distuzione di elementi della mobilia, che comunicano la presenza di un’energia invisibile che permea l’ambiente irrompendo nell’apparente immobilità. Il percorso termina con un altro video, nel quale un gruppo di bambini cantano seguendo una grande marionetta, in un paesaggio che sembra di un tempo passato, ma che poi si mostrerà come un’illusione, una finzione scenica della quale non si può scorgere il regista.

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Markus Schinwald – Il dissoluto punito

a cura di Paola Nicolin

fino al 15 Giugno 2014

Triennale di Milano

Viale Alemagna 6 Milano

www.triennale.org / [email protected]