Fino al 14 maggio 2017 prosegue “Un Dimanche à la Campagne”, mostra personale di Lorenza Boisi a cura di Simona Squadrito, presentata dall’Associazione Casagialla a Villa Vertua Masolo, a Nova Milanese.
Di seguito le immagini della mostra e i contibuti scritti da Angelo Mosca, Rossella Moratto e Fabio Carnaghi.
TESTO DI ANGELO MOSCA
Lorenza . Istinto, forza , passione e coraggio …Parole e commenti, in questo caso, risultano superflui. Per lei parlano i fatti ,le opere ma anche tutto il resto. È una dei pochi pittori che è andata oltre , ha oltrepassato il suo ruolo ,ha contribuito con i suoi spazi e le sue idee ad alimentare un dibattito altrimenti più povero.
TESTO DI ROSSELLA MORATTO
Lorenza Boisi
«Essere pittore», diversamente dal «dipingere», è una condizione in senso anglosassone, il medium del sentite.
Essere pittore significa principalmente essere Pittura.
Sentire Pittura
Conosco personalmente Lorenza Boisi e da tempo seguo e apprezzo il suo lavoro.
Recentemente in un suo testo – pubblicato in Pittura italiana … e altre storie minori¹ – ho letto queste sue affermazioni che per me sono state illuminanti per capire non solo la sua poetica ma anche il suo approccio con il reale. Essere pittore è per Lorenza una vera e propria categoria, una modalità di conoscenza e di interpretazione che unifica e organizza la molteplicità dell’esperienza sensibile. La pittura come forma mentis: senza, la relazione con il mondo sarebbe impossibile.
Ed essere pittore non significa solo dipingere: significa esprimersi, nel più ampio significato del termine ed entrare in relazione con l’altro. Gli esiti possono essere i più diversi: dall’olio su tela al disegno, dalla ceramica alla scultura, dalla scrittura all’ideazione di progetti.
I lavori di Lorenza Boisi, non raccontano semplicemente la quotidianità e non si appiattiscono in una dimensione diaristica ma sono vere e proprie restituzioni che, come lenti, ci permettono temporaneamente di condividere il suo sguardo e il suo peculiare modo dare forma alla realtà, connotandola emotivamente. Le opere sono dunque una presa diretta, un faccia a faccia con il mondo: restituiscono l’attimo della visione che è apertura senza mediazioni grazie alla quale, come scrive Maurice Merleau-Ponty «tocchiamo il sole, le stelle, […] siamo contemporaneamente ovunque accanto alle cose lontane come a quelle vicine…»²
Sembra appropriato a questo proposito citare ancora le parole del filosofo francese che definiscono perfettamente la complessità dell’approccio di Boisi quando afferma «Il mondo del pittore è un mondo visibile, nient’altro che visibile, un mondo quasi folle perché è completo e parziale allo stesso tempo […] La pittura estende questo bizzarro possesso a tutti gli aspetti dell’Essere, che devono in qualche modo farsi visibili per entrare in lei.» ³
I dipinti e le ceramiche – cui si dedica con maggiore intenzione da qualche tempo e che sviluppano con tecniche diverse la stessa ricerca – manifestano la vicinanza e la capacità di cogliere, per un attimo, la nuda vita in frammenti di esperienza in cui si condensano la complessità del pensiero e del vissuto e, per questo, non sono solo semplice biografia ma atti di appropriazione e di conoscenza.
1 AA.VV, Pittura italiana … e altre storie minori, Castelvecchi, Roma, 2015, pp. 117-118.
2 Maurice Merleau-Ponty, L’occhio e lo spirito, SE, Milano 1989, p. 58. ed. or. L’OEil et l’esprit, Gallimard,
Paris 1964.
3 Ivi, p. 23.
TESTO DI FABIO CARNAGHI
My Lorenza
Un’opera di Lorenza del 2013, “My Antonia”, esprime uno dei significati profondi della sua ricerca: la pittura abbraccia la ceramica, la ceramica si fa pittura. In un tutt’uno che fa evaporare il confine tra bidimensionale e tridimensionale attraverso l’intimità sublime di un universo fatto di sistemi minimi. Un mondo di piccole cose, letterario, supera la megalografia a favore dell’affermazione di minimalia, di panorami estetici che coinvolgono l’esperienza, la vicinanza al soggetto, la frequentazione reale o immaginaria del tema del quotidiano. Il lirismo delle piccole cose, che conosce una sua irripetibile felicità, rivela una poetica cangiante, ora decadente, ora psichedelica, ora gotica, ora chiarista.
Di giardini irraggiungibili, di oasi salmastre, di cerchi della pioggia sull’acqua, di sculture vagheggiate, di tropicalismi carnosi, di catene interrotte e reti corrose, di frutti di stagioni auree, di estati atlantiche, di inquieti segni mimetici, di vanitas reminiscente, di gestualità inconsce, di vegetazioni ubertose, di mani plasmate, di personaggi onirici, di tutto questo l’atteggiamento primario è l’autorappresentazione, nel panismo più totalizzante. In ogni traccia, in ogni plasmazione, l’immedesimarsi tra soggetti – generato e generante – è reciproco e continuo.
Il ritratto è infinito e multiforme, dipinto nel fumo di una sigaretta accesa. “Smokin’Self” sarà sempre Lorenza, secondo me.
ORARI Villa Vertua Masolo:
Sabato dalle ore 15.30 alle 18.30
Domenica dalle 10.00 alle 12.00 / 15.30 alle 18.30
da lunedì a venerdì su appuntamento dalle ore 15 alle 19.30
via Garibaldi, 1
20834 Nova Milanese
T. +39 3920317056
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