Tracciando la mappa di una costellazione in continuo divenire, Cerchio magazine intraprende un viaggio nel mondo delle gallerie, spazi indipendenti e centri culturali con una serie di brevi interviste ai direttori delle realtà orientate alla promozione delle nuove tendenze dell’arte contemporanea.
Oggi incontriamo Irina Baldini, Giacomo Cardoni, Masako Matsushita e Paolo Paggi, curatori di 4bid Gallery – Amsterdam.
Mi descrivete 4bid Gallery in poche parole?
4bid Gallery vuole essere uno spazio critico per sviluppare cultura temporanea e collegamenti tra le diverse aree del sapere e della conoscenza, attraverso l’arte e la cultura.
Come è nata l’idea di aprire uno spazio espositivo ad Amsterdam?
Alla base di 4bid c’era l’urgenza di un luogo dove fosse possibile incontrarsi, confrontarsi e sperimentarsi con artisti e non. Volevamo uno spazio tra il laboratorio e l’agorà, dove esporsi criticamente e mettere in discussione il sistema dell’arte. Ed Amsterdam ci ha aperto le porte prima dell’Italia. Qua abbiamo trovato il luogo perfetto per le nostre riflessioni, da sempre la città è una mescola di culture, un punto di incontro e scontro. In modo particolare il centro culturale OT301(dov’è situata la galleria) è il luogo prediletto dello scontro tra main-culture e sub-culture.
Avete notato delle differenze tra il mondo dell’arte olandese e quello italiano?
Nei prodotti dell’arte, non molte. Sul versante dell’accessibilità al mondo dell’arte, apparentemente sembra esserci meno chiusura del sistema.
In che modo scegliete quali artisti promuovere e quali progetti ospitare?
I nostri criteri di scelta potrebbero essere riassunti in : approccio critico, contemporaneità (quanto un artista o un progetto riesce a raccontare il suo tempo) e sperimentalità.
Come vi rapportate con artisti, curatori e giornalisti?
Siamo in continua ricerca di artisti e curatori con un approccio sperimentale o/e critico al arte, questo tramite bandi come Curatorial Box o contattandoli direttamente. La nostra porta non è mai chiusa per chiunque voglia venir a parlare con noi e proporci qualcosa personalmente, anzi tentiamo sempre, dov’è possibile, un rapporto di lavoro umano.
Quanto tempo della vostra vita investite in questo progetto?
Idealmente 8 ore al giorno con tre giorni a settimana liberi, ma non succede quasi mai. Per ragioni differenti finiamo per lavorare per 4bid quasi 12 ore al giorno, con uno o due day-off a settimana. Tutto questo tenendo ben presente che siamo uno spazio no-profit.
Molti rilevano la mancanza di un pubblico che non sia solo di “addetti ai lavori”. Chi sono i fruitori dei progetti ospitati 4bid Gallery?
Noi forse lamentiamo la mancanza di un pubblico di addetti ai lavori. I nostri principali fruitori sono persone comuni, non sempre legate al mondo dell’arte, a volte studenti, giovani, anziani e turisti.
Progetto in corso?
Stiamo preparando per la fine di giugno “Dystopia-MiniKunstFestival” che ha l’intento di creare un ambiente multidisciplinare dove diverse pratiche artistiche possano mettersi in discussione tra loro e la società e l’arte contemporanea.
Progetti per il futuro?
4um, un progetto per esporre e discutere con studenti delle accademia e delle scuole d’arte su come un’opera d’arte acquisisca valore nella nostra società. 4TheSenses’s Education, un progetto per allenare i sensi a combattere il capitalismo visuale. Stiamo anche lavorando per settembre ad un progetto di ricerca sulle nuove traiettorie della performance e della danza d’autore, in cui coinvolgeremo studenti del Trinity Laban di Londra e de Theaterschool di Amsterdam.
Info:
4bid Gallery – Overtoom 301, 1054 HW Amsterdam, Netherlands
www.4bidgallery.com
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